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Comune di Morano Calabro

               a) Aree di attesa: luoghi dove sarà garantita la prima assistenza alla popolazione immediatamente
                  dopo l’evento calamitoso oppure successivamente alla segnalazione della fase preallarme. Per la
                  definizione delle aree di attesa si possono utilizzare piazze, slarghi, parcheggi, spazi pubblici o
                  privati ritenuti idonei e non soggetti a rischio evitando cioè: aree alluvionali, aree in prossimità di
                  versanti  instabili,  di  crollo  di  strutture  attigue,  incendi  boschivi,  ecc.,  facilmente  raggiungibili
                  attraverso percorsi sicuri, segnalati in verde sulla cartografia e indicati con segnaletica adeguata
                  sul  territorio.  Il  numero  delle  aree  da  scegliere  è  funzione  del  numero  degli  abitanti  e  della
                  capacità ricettiva degli spazi disponibili. In tali aree la popolazione riceverà la prima informazione
                  sull’evento e i primi generi di conforto in attesa di essere sistemata in strutture di accoglienza
                  adeguate.
               b) Area di accoglienza: luoghi in grado di accogliere ed assistere la popolazione allontanata dalle
                  proprie abitazioni, dove la popolazione risiederà per brevi, medi e lunghi periodi. La tipologia
                  delle aree per l’accoglienza della popolazione è classificata secondo le seguenti tipologie:
                    Strutture esistenti idonee ad accogliere la popolazione: sono tutte quelle strutture pubbliche
                     e/o private in grado di soddisfare esigenze di alloggiamento della popolazione (alberghi, centri
                     sportivi,  strutture  militari,  scuole,  campeggi  ecc.).  La  permanenza  in  queste  strutture  è
                     temporanea (qualche giorno o alcune settimane) ed è finalizzata al rientro della popolazione
                     nelle proprie abitazioni, alla sistemazione in affitto e/o assegnazione di altre abitazioni, alla
                     realizzazione e allestimento di insediamenti abitativi di emergenza.
                    Tendopoli: questa sistemazione pur non essendo  la  più confortevole delle  soluzioni  per la
                     collocazione dei senza tetto, viene, comunque, imposta dai tempi stretti dell’emergenza come
                     la migliore e più veloce risposta: la permanenza in queste aree non può superare i 2-3 mesi.
                     Individuata l’area idonea, occorre realizzare un progetto per l’ottimale collocazione delle tende
                     e dei servizi che preveda moduli precostituiti con agevoli percorsi all’interno del campo.
                    Insediamenti abitativi di emergenza: questa soluzione alloggiativa, in caso dovesse perdurare
                     il periodo di crisi è la successiva sistemazione dei senza tetto, dopo il passaggio nelle strutture
                     esistenti e tendopoli. Questo sistema dà la possibilità di mantenere le popolazioni, nei limiti del
                     possibile, nei propri territori.
               c)  Area di ammassamento: luoghi di raccolta di uomini e mezzi necessari alle operazioni di soccorso
                  alla popolazione. Da essa partono i soccorsi e le risorse utili alla gestione dell’emergenza locale.
            3.  Nelle “Aree di Emergenza per i Piani di Protezione Civile” definite negli elaborati del PSC, il Comune
               è  obbligato  a  verificare  periodicamente  le  misure  di  adeguamento  funzionale  alle  esigenze  di
               Protezione  Civile  delle  Aree  (es.  allacciamento  in  pubblica  fognatura  o  alla  rete  elettrica,
               pavimentazione, ecc.). Le suddette aree potranno anche essere oggetto di Piani di Riqualificazione
               Urbanistica al fine di individuare e programmare misure di adeguamento funzionale delle aree di
               emergenza e delle vie di fuga necessarie alla destinazione d’uso.
            4.  Le  aree  di  accoglienza  ed  ammassamento  vanno  individuate  tra  quelle  non  soggette  a  rischio
               evitando cioè aree: soggette ad alluvioni, in prossimità di versanti instabili, adiacenti a strutture a
               rischio  di  crollo,  a  rischio  incendi  boschivi,  ecc.,  possibilmente  ubicate  nelle  vicinanze  di
               infrastrutture per l’approvvigionamento di risorse idriche, elettriche e per lo smaltimento di acque
               reflue.  Tali  aree,  inoltre  debbono  essere  poste  in  prossimità  o  di  uno  svincolo  autostradale  o
               comunque  vicino  ad  una  viabilità  percorribile  da  mezzi  di  grandi  dimensioni  e,  in  ogni  caso,
               facilmente raggiungibili. Le aree possono avere una destinazione d’uso specifica assegnata dal Piano
               Strutturale, quale parcheggio, mercato, attività sportiva ecc., che ne garantisce la presenza di opere
               di urbanizzazione primaria per come indicate nel successivo comma.
            5.  L’urbanizzazione primaria presente nelle aree di accoglienza e di ammassamento sarà:
               a) In caso di aree agricole o di terreni argillosi, è necessario il compattamento del suolo per mezzo
                  di materiale inerte;



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