Page 129 - Tab09-Relazione-Quadro-Conoscitivo
P. 129

Comune di Morano Calabro

                                                                  I motivi che concorsero alla costruzione
                                                                  dell'edificio si fanno risalire a due fattori:
                                                                  principalmente,  alla  munificenza  della
                                                                  famiglia  Sanseverino,  che  voleva  dotare
                                                                  di un'opera prestigiosa uno dei principali
                                                                  centri dei loro vasti possedimenti, come
                                                                  dimostra  tra  l'altro  la  commissione  del
                                                                  Polittico  del  Vivarini  (1477)  per  la
                                                                  suddetta chiesa; in secondo luogo, si deve
                                                                  allo  stretto  legame  che  in  quegli anni  la
                                                                  monarchia aragonese stava tessendo con

                                                                  l'Ordine dei minori  osservanti,  il quale
                                                                  ebbe successivamente  la titolarità  del
                                                                  monastero.

            I lavori si protrassero per oltre un trentennio e la consacrazione avvenne il 23 aprile 1485 dal
            vescovo di San Marco Argentano Rutilio Zenone.
            La  chiesa  occupa  l'intero  fianco  destro  del  complesso:  l'interno  è  costituito  da  una  grande
            navata centrale, sul fondo divisa dal presbiterio attraverso un grandioso arco a sesto acuto;
            lungo l'intero lato destro della navata centrale si trovano tre arcate, anch'esse a sesto acuto,
            che  conducono  in  una  piccola  navatella  laterale  ripartita  in  due  ambienti.  L'esterno,  è
            abbastanza omogeneo con la sobrietà degli interni, così come può essere ritenuto tipico degli
            ideali pauperistici francescani. La facciata, è occupata centralmente da una monofora ripresa
            stilisticamente  dalle  altre,  poste  ai  lati  della  navata.  All'ingresso è anteposto un  portico

            formato  da cinque  arcate in  muratura a tutto sesto,  sulle cui pareti  perimetrali  interne
            appaiono tracce di affreschi risalenti agli inizi del XVI secolo. Al disotto di questi ultimi, si
            affaccia il portale d'accesso alla chiesa in pietra tufacea a sesto acuto, ed un secondo di minori
            dimensioni  sul  lato  sinistro,  con  arco  ribassato,  che  immette  nel  chiostro  dell'attiguo
            monastero.  Ventiquattro colonne di forma ottagonale in tufo sorreggono le arcate dell'arioso
            chiostro del monastero,  dove restano tracce di  affreschi  realizzati  fra  il  1538  ed  il  1738  e
            rappresentanti la vita di san Francesco.
            L'edificio, è stato protagonista di una storia travagliata, in particolare dovuta a numerosi atti
            di  rimaneggiamento  (1717)  in  epoca  barocca,  ed  all'abbandono  nel  1811  a  seguito  dello
            scioglimento degli ordini monastici durante il periodo napoleonico. Così come toccò in sorte a
            molti edifici religiosi, il monastero venne adibito nel 1843 a seminario estivo e quindi ospitò i
            locali  delle  scuole  pubbliche,  i  cui  interventi  architettonici, come  la muratura  del  portico,

            furono deleteri per la struttura. Alcuni locali furono adibiti a deposito di legname e nel 1898
            un violento incendio distrusse buona parte dell'ala est, rimasta diruta fino ai decenni scorsi.
            Un grande intervento di restauro attuato negli anni cinquanta a cura del professor Gisberto
            Martelli,  ripristinò  la  chiesa  ed  il  portico  allo  stato  originario,  mentre  il  monastero  fu
            recuperato nei decenni successivi ed oggi è divenuto un complesso polifunzionale.







            Relazione Quadro Conoscitivo                                                            Pagina QE40
   124   125   126   127   128   129   130   131   132   133   134