Page 21 - Relazione-Microzonizzazione-sismica
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Microzonazione	   Sismica	   –	   Livello	   1	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   	   Relazione	   illustrativa	   



                  I	    terreni	    affioranti	    a	    sud	    ovest	    della	    Linea	    del	    Pollino	    che	    costituisco	    il	    substrato	    pre-  
                  quaternario	   del	   bacino	   di	   Morano	   Calabro,	   sono	   rappresentati	   prevalentemente	   da	   successioni	   

                  calcareo-  dolomitici	   meso-  cenozoici	   appartenenti	   all’Unità	   di	   Verbicaro	   (Amodio	   Morelli	   et	   alii,	   
                  1976)	   ed	   alla	   stessa	   Unità	   Alburno-  Cervati-  Pollino	   secondo	   Ietto	   et	   alii	   (1992).	   

                  Sul	    substrato	    carbonatico	    poggiano	    le	    brecce	    di	    versante	    eterometriche,	    i	    sedimenti	   

                  continentali	   più	   antichi	   del	   Bacino	   di	   Morano	   Calabro,	   con	   clasti	   da	   centimetrici	   a	   decimetrici,	   
                  cementate,	   con	   matrice	   terrosa	   a	   luoghi	   molto	   abbondante	   di	   colore	   rosso	   mattone	   (brecce	   
                  antiche)	   con	   spessore	   originario	   non	   definibile.	   Le	   brecce	   stratificate	   si	   presentano	   invece	   con	   

                  aspetto	    stratoide	    dovuto	    all’alternanza	    di	    strati	    cementati	    e	    strati	    terrosi.	    Eterometriche,	   

                  costituiscono	   corpi	   sedimentari	   di	   forma	   irregolare	   che	   vanno	   a	   riempire	   il	   fondo	   e	   i	   bordi	   delle	   
                  principali	   valli	   del	   bacino	   con	   spessori	   variabili	   da	   pochi	   metri	   a	   qualche	   decina.	   Sia	   le	   brecce	   

                  antiche	   che	   quelle	   stratificate	   rappresentano	   depositi	   di	   versante	   crioclastici.	   	   
                  Verso	   il	   centro	   del	   bacino	   affiorano,	   in	   eteropia	   con	   le	   brecce	   stratificate,	   silt	   argillosi	   massivi	   

                  con	    spessori	    metrici	    e	    sabbie	    da	    fini	    a	    molto	    grossolane	    stratificate,	    che	    sono	    il	    risultato	    di	   
                  esondazioni	   di	   piccoli	   specchi	   d’acqua	   effimeri	   della	   pianura	   alluvionale.	   	   

                  Sovrapposta	   alle	   brecce	   stratoidi	   troviamo	   una	   prima	   generazione	   di	   coni	   detritici,	   osservabili	   
                  nella	   porzione	   meridionale	   del	   bacino,	   con	   una	   selezione	   decisamente	   bassa	   come	   le	   brecce	   

                  antiche	   ma	   a	   granulometria	   nettamente	   inferiore	   ed	   un	   leggero	   arrotondamento	   dei	   clasti.	   Gli	     21	   
                  spessori	   si	   attestato	   intorno	   ai	   20-  30	   metri	   nelle	   porzioni	   più	   potenti.	   

                  Una	   seconda	   generazione	   di	   coni	   detritici,	   tuttora	   attivi,	   è	   rappresentato	   da	   depositi	   di	   conoide	   
                  di	    piana	    alluvionale	    che	    chiude	    la	    successione	    quaternaria	    del	    Bacino	    di	    Morano.	    Sono	   

                  costituite	   da	   brecce	   sciolte	   o	   debolmente	   cementate	   in	   matrice	   sabbiosa	   e	   microconglomerati	   
                  sabbiosi.	   I	   sedimenti	   appaiono	   molto	   selezionati.	   

                  	   
            	   

            	   


            	   

            	   

            	                                               Perri	   e	   Schiattarella,	   1997	   

            	   
                                                           Fig.15	   
            	   


            	   

                                                                                                             	   


                                          Geol.	   Remo	   Biancini	   –	   Geol.	   Saverio	   Greco	   	   
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