Storia
Morano è uno dei centri più caratteristici e suggestivi di Calabria, Città
d'Arte della Regione e del Parco Nazionale del Pollino. Il paese sorge su un
colle a circa 700 metri di altitudine ed ha come sfondo naturale il versante
calabrese del massiccio del Pollino (m.2248), le vette del Dolcedorme (m.2267) e
della Serra del Prete (m.2186). L'abitato è un singolarissimo affaccio
panoramico, sull'ampia Valle del fiume Coscile (l'antico Sybaris), un tempo
avamposto strategico, crocevia culturale e commerciale, dove nel corso dei
secoli si sndava, dall'età magno-greca (VI sec. a.C.), una delle vie istimiche
tra lo Jonio e il Tirreno. Ad epoca romana risalgono i toponomi Muranum e
Summuranum, da cui deriva l'attuale denominazione del paese. Il primo, il più
antico, compare in un'antica pietra miliare del II secolo a.C. reperita a Polla,
nel Vallo di Diano. Nel "Lapis Pollae", Muranum risulta 'stazione' della
Regio-Capuam, antica via consolare romana, comunemente conosciuta come
Popilia-Annia, che costituiva l'unico accesso alla Calabria lungo la terraferma.
Summuranum, che figura invece nello Itinerario di Antonino (II sec. d.C.) e
nella Tabula Peutingeriana (III sec. d.C.), designava presumibilmente altra 'statio'
sulla medesima Regio-Capuam, ovvero su tracciato viario, alternativo a questa,
che scorreva a valle, a ridosso dell'abitato di Morano e di Castrovillari, nei
pressi della contrada Fauciglia. All'epoca romana risalgono i resti di antico
fortilizio, su cui in età normanna sorse, in cima al colle su cui si erge Morano,
il nucleo originario delle prime fortificazioni. Sospeso tra cielo e monti il
Castello, da secoli a difesa dell'accesso della Calabria, venne ristrutturato e
ampliato nella prima metà del '500 da Pietro Antonio Sanseverino, principe di
Bisignano, feudatario di Morano; nel corso del secolo XVII la fortezza passò
agli Spinelli principi di Scalea, nuovi signori di Morano fino al 1806. Agli
stessi feudatari apparteneva anche il vasto complesso residenziale (il Palazzo),
ubicato nella parte bassa del paese, nelle adiacenze dell'arco che sormonta
l'antica Statale delle Calabrie. Aggregato in tre rioni, intorno al castello e
alle chiese più importanti, l'abitato di Morano, attarente e monumentale, si
sviluppa verso valle, dal medioevo all'età moderna, all'interno di un sistema di
cinte murarie. La maglia urbana, urbana, fitta e intricata, fa della località
uno dei centri storici di origine medievale più integri della Calabria. Feudo
nell'età medievale di Apollonio Morano, dei Fasanella e di Antonello Fuscaldo,
in età aragonese passò ai Sanseverino di Bisignano, nel 1614 fu alienato agli
Spinelli di Scalea che lo terranno fino all'eversione della feudalità (1806).
L'appellativo di Calabro, per il centro dell'alto Cosentino, è un aggiunta del
1863, per distinguerla da Morano sul Po.