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Comune di Morano Calabro
1.3 IL PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO
Il Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI) previsto dal DL 180/’98
(Decreto Sarno) è finalizzato alla valutazione del rischio di frana ed alluvione ai quali la
Regione Calabria, per la sua specificità territoriale (730 Km di costa), ha aggiunto quello
dell’erosione costiera. Il Piano, come sancito dalla legge 11/12/00 n. 365, art. 1bis comma 5,
ha valore sovraordinato sulla strumentazione urbanistica locale.
Il Piano si sviluppa su tre problematiche principali: rischio frane, rischio alluvione ed
erosione costiera.
La definizione del rischio di frana è stata realizzata dal PAI definendo le aree pericolose per
frane, rilevate e cartografate dall’ABR tramite indagini riguardanti i centri abitati censiti alla
data del 1/10/2001, le reti infrastrutturali, i beni soggetti a vincoli di legge e gli altri beni
esposti di cui al DM 29/9/98. E’ stata in tal modo realizzata la Carta inventario dei fenomeni
franosi, con indicazione anche dello stato di attività. Per la valutazione della pericolosità si è
fatto riferimento ad intensità e sottoclassi di pericolosità che vanno da valori elevati a medi
laddove esistono processi attivi e/o quiescenti, e minimi laddove i movimenti, nell’attuale
stato morfoclimatico, non sono suscettibili di riattivazione. E’ da osservare che nel PAI si è
considerata come pericolosa, in via cautelativa, non solo l’area in frana ma anche una fascia di
territorio esterna all’area stessa, di ampiezza generalmente pari a 20 m, considerata come
area potenzialmente interessata dall’evoluzione del fenomeno franoso. Per la determinazione
del rischio si è proceduto incrociando, per via qualitativa, la pericolosità. I livelli di rischio
individuati sono quattro:
RPAI4: rischio molto elevato, per il quale sono possibili la perdita di vite umane e lesioni
gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture ed al patrimonio
ambientale, la distruzione di attività socio – economiche;
RPAI3: rischio elevato, per il quale sono possibili problemi per l’incolumità delle
persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità
degli stessi, la interruzione di funzionalità delle attività socio – economiche e danni
rilevanti al patrimonio ambientale;
RPAI2: rischio medio, per il quale sono possibili danni minori agli edifici, alle
infrastrutture e al patrimonio ambientale che non pregiudicano l’incolumità del
personale, l’agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività economiche;
RPAI1: rischio moderato, per il quale i danni sociali, economici e al patrimonio
ambientale sono marginali.
Per quel che riguarda le aree di rischio e/o di pericolo di inondazione, esse sono classificate
in base a:
aree perimetrate mediante modellazione matematica con attribuzione delle classi R1,
R2, R3 ed R4;
aree storicamente inondate e/o localizzate dai Piani di Protezione civile ed aree
limitrofe ai punti critici rilevati (riduzione di sezioni, ostruzioni, rotture d’argini);
rimanenti aree lungo i corsi d’acqua censiti nel catasto del reticolo idrografico.
Relazione Quadro Conoscitivo Pagina QN24