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Comune di Morano Calabro

            denominata via Annia – Popilia. Successivamente, lo ritroviamo con il nome di "Summuranum"
            nel cosiddetto Itinerario di Antonino (III secolo d.C.) e nella Tabula Peutingeriana (III secolo
            d.C.).

               In epoca altomedievale, durante le incursioni saracene del IX secolo, venne combattuta fra
            moranesi e saraceni una battaglia che vide vittoriosi i primi, la c. d. "battaglia di Petrafòcu".
            Oggi, viene annualmente ricordata come simbolo dell'indipendenza cittadina in una annuale
            rievocazione storica, la Festa della bandiera, oltre che iconograficamente nello stemma della
            città.  Nell'età  medievale  il  borgo  fu  feudo  di  Apollonio  Morano,  dei  Fasanella  ed  Antonello
            Fuscaldo e nel XIV secolo passò ai Sanseverino di Bisignano. Questa nobile famiglia si sentì
            molto legata a Morano, lasciando numerose e preziose tracce storico‐artistiche che li videro
            come mecenati, quali ad esempio la fondazione in segno di devozione (1452) del Monastero di
            San  Bernardino  da  Siena  patrono  della  città,  e  dell'ampliamento  del  castello  (1515).  A
            testimonianza  dell'assiduo  legame  col  borgo,  Pietrantonio  Sanseverino,  maggior  esponente
            della famiglia, accordò ai suoi feudi numerose concessioni grazie al celeberrimo atto Capitoli e
            Grazie, ratificato nella città di Morano nell’agosto 1530, inoltre suo figlio Niccolò Bernardino
            (ricordato per gli orti botanici sanseverini di Napoli), vi nacque nel 1541 assumendo in segno
            di devozione familiare come secondo nome quello del santo patrono.
               Nel  1614  il  feudo  venne  ceduto  agli  Spinelli  principi  di  Scalea,  fino al  1806, anno di
            eversione dal feudalesimo. Il borgo seguì successivamente le sorti del Regno delle due Sicilie e
            del nascente Regno d'Italia.

               Una  nota  particolare  merita  il  grande  flusso  migratorio  che  ha  interessato  il  borgo  fra
            l'ultimo ventennio del XIX secolo ed i primi del '900.  Gli abitanti censiti nel 1881 sfioravano le
            10.000 unità, mentre nel 1901, dopo vent'anni, erano 6.596. Gran parte di questi flussi erano
            indirizzati all'estero, in particolar modo verso i paesi dell'America Latina. All'inizio degli anni
            ottanta, il comune di Morano Calabro si è gemellato con la città di Porto Alegre in Brasile, per
            l'alta concentrazione di moranesi, stimati intorno alle quindicimila unità.

































                                              Figura 1: Morano Calabro nel 1937



            Relazione Quadro Conoscitivo                                                            Pagina QE32
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