Illustrate in un convegno tenutosi a Morano le strategie di contrasto agli incendi.
Task-force a tutela dell’ingente patrimonio boschivo del Pollino.
“Antincendio boschivo. Strategie di previsione, prevenzione e intervento”. Se n’è discusso venerdì scorso a Morano Calabro in un convegno promosso dal Gruppo Speleo del Pollino e dall'Amministrazione comunale.
Qualificato il parterre degli oratori presenti. I quali, dopo l’introduzione del dott. Giuseppe Di Luca, moderatore della serata, hanno esaurientemente relazionato sull'argomento. Tecnici e istituzioni si sono avvicendati sulla spinosa questione degli incendi, restituendo alla platea una serie di dati e considerazioni su cui riflettere.
E’ toccato al presidente degli speleologi moranesi, Roberto Berardi, aprire i lavori e soffermarsi sul grande impegno che l’associazione da lui guidata profonde da decenni nella salvaguardia dell’ambiente; «lottando contro chi vorrebbe distruggere – così Berardi – il nostro patrimonio naturalistico».
Antonio Fioriglio, funzionario della Protezione Civile Calabria, ha invece focalizzato l’attenzione sulla struttura operativa regionale, costituita da uomini e mezzi (24 PK, 12 Autobotti 4x4, 4 Elicotteri, 26 Vedette). E’ pure emerso come purtroppo non sia ancora stato attivato il COP (Centro Operativo Regionale) di Cosenza, a fronte dell’importanza che la struttura riveste nel contrasto ai roghi.
All'ufficiale del Corpo Forestale dello Stato, Angelo Roseti, il compito di descrivere l’attuale situazione sul fronte incendi e di segnalare come il 95% di essi sia di natura dolosa o colposa. Il dirigente del CFS ha evidenziato come anche in questo settore i tagli ai fondi siano stati significativi e abbiano prodotti effetti negativi sull’apparato interventistico. Impressionante a tal proposito l’esempio sulla flotta aerea: nel 2007 la Protezione Civile disponeva di 31 Canadair, nel 2014 solo 14.
Al presidente del Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, tra i relatori, non piace l’idea di accorpare il Corpo Forestale dello Stato ad altre forze di polizia. E lo ha detto chiaramente. Per poi esporre l’articolata opera di prevenzione e intervento promossa dal Parco in un territorio vastissimo e impervio. Opera condotta fianco a fianco con il CFS, la Protezione Civile, associazioni di volontariato in ambito interregionale (più di 1100 uomini tra Calabria e Basilicata), l’ausilio di velivoli da diporto per l’avvistamento, gruppi di detenuti della Casa circondariale di Castrovillari. «Nel 2006 – ha sottolineato Pappaterra a dimostrazione delle buone iniziative intraprese - le fiamme divorarono 6.000 ettari di superficie nel Parco, mentre nel 2014 si sono fermate a 158». Ma la vera novità è costituita dall'apparato di videosorveglianza: «Insieme alla Telecom – ha informato il Presidente dell’area protetta - il Parco ha posizionato telecamere ad ampio raggio per un controllo attento e continuo delle aree sensibili». Sintomatico e apprezzato, infine, il riferimento all'ultima enciclica di papa Francesco, Laudato si’, una proposta credibile per vivere in armonia con la straordinaria bellezza del Creato.
Anche l’assessore Biagio Angelo Severino, non condivide l’iniziativa che mira a unificare il CFS con altri organi di Polizia. Stigmatizzando i contenuti della proposta, nel suo saluto il membro dell’esecutivo locale ha dapprima ringraziato il Gruppo Speleo del Pollino per le attività svolte, quindi ha suggerito in tono polemico di «abbattere la scure della spending review sugli stipendi dei parlamentari anziché penalizzare le Forze dell’Ordine e mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini».
Conclusioni affidate al sindaco Nicolò De Bartolo. Il quale ha tracciato un profilo del lavoro svolto negli anni dal Parco, dalle associazioni, dal CFS, dalla Protezione Civile e dai Comuni. Ed è su questi ultimi che il Primo cittadino ha voluto porre l’accento: sulle «responsabilità enormi dei Sindaci»; «che però – ha affermato - non dispongono di adeguate risorse per tutelare concretamente i territori». De Bartolo ha poi chiesto che «le istituzioni interessate siano messe in condizioni di operare compiutamente; e di ragionare sul paradosso che vede fondamentali, e non di solo appoggio, i gruppi di volontariato. Oggi – ha osservato De Bartolo – questi sodalizi svolgono un’azione inderogabile, talvolta sostituendosi allo Stato e assicurando servizi che altrimenti non sarebbero garantiti». Quindi un «riconoscimento sentito al Gruppo Speleo del Pollino, al suo Presidente, alla macchina organizzativa della Protezione Civile ad ogni livello, al Parco Nazionale del Pollino, al CFS»: «Grazie a questi soggetti e ai loro valenti uomini, abbiamo più volte scongiurato la desertificazione di intere aree. E’ certamente indispensabile limitare drasticamente gli sprechi di risorse pubbliche, ma occorre farlo oculatamente – ha terminato De Bartolo; evitando di indebolire servizi che sovrintendono alla salvaguardia della biodiversità e all'equilibrio delle specie».
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