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Comune di Morano Calabro
volume per abitante, a standard a carattere qualitativo, che dovranno considerare altri
parametri.
La legge indica in via generale quali parametri debbano essere considerati, ovvero:
accessibilità;
fruibilità e sicurezza per i cittadini di ogni età e condizione;
distribuzione territoriale;
funzionalità ed adeguatezza tecnologica;
economicità di gestione.
Nella fase transitoria sino all’emanazione dei nuovi criteri di definizione degli standard
urbanistici, nell’adeguamento degli strumenti urbanistici i Comuni applicheranno comunque
gli standard previsti dal D.M. n.1444/1968 e di ogni altro standard di legge.
Il riferimento è quindi ancora il vecchio decreto ministeriale, che prevede (art.3) per gli
insediamenti residenziali una dotazione di standard urbanistici pari a 18 mq/abitante
(ripartiti nelle quattro voci in cui tale dotazione si articola: istruzione dell’obbligo comprese le
scuole per l’infanzia, attrezzature di interesse comune, verde pubblico attrezzato, parcheggi).
Lo stesso decreto fissa, inoltre, la dotazione minima per gli standard di carattere urbano,
pari a 17,5 mq/abitante, anch’essi articolati in tre voci (istruzione superiore ‐esclusa
l’università‐ , attrezzature sanitarie e ospedaliere, parchi urbani).
Tali quantità sono da considerarsi gli standard obiettivo di ogni nuovo strumento, e
dovranno quindi essere verificate, per quanto riguarda il livello locale, a livello di ogni singolo
ambito, costituendo quindi riferimento per la valutazione quantitativa e qualitativa degli
standard.
Il riferimento al Decreto Ministeriale per la verifica degli standard urbanistici ne comporta
tuttavia una necessaria interpretazione, dato il tempo trascorso dalla sua approvazione, e uno
scenario delle trasformazioni territoriali completamente mutato rispetto ad allora:
l’interpretazione riguarda il parametro di riferimento su cui vengono valutati, vale a dire che
cosa si debba intendere per “abitante insediato o da insediare” e come debba essere
aggiornato il valore di 80 mc ad esso attribuito dal decreto. Già lo stesso decreto indica che
tale valore può essere “eventualmente” maggiorato di altri 20 mc per le destinazioni non
specificatamente residenziali, con una valutazione quindi di 100 mc per ogni “abitante
insediato o da insediare”; un parametro che per molti anni è stato utilizzato in tutta Italia.
Sempre il decreto ipotizza una diversa valutazione di questo parametro, prescrivendo,
nell’ultimo comma dell’art. 4, di assumere i valori prima citati “salvo diversa dimostrazione”,
ed esplicitando quindi che in ogni piano possano essere proposte quantificazioni diverse,
basate sulle specifiche condizioni riscontrate nelle differenti realtà territoriali.
Il Decreto Ministeriale accomuna gli “abitanti insediati” e gli “abitanti da insediare” in un
unico parametro espresso in metri cubi, traducibili in stanze (1 stanza = 100 mc); ciò
porterebbe a calcolare la popolazione insediata come il rapporto tra volumetria residenziale
esistente e 100 mc (il cosiddetto indice capitario). Questa è sicuramente una scelta
condivisibile per il periodo in cui è stata concepita, in quanto funzionale a politiche
Relazione Quadro Conoscitivo Pagina QM5