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Comune di Morano Calabro
5. IL DISEGNO DEL PIANO STRUTTURALE
L’organica rappresentazione e valutazione dello stato del territorio e dei processi evolutivi
che lo caratterizzano ha costituito il riferimento necessario per la definizione degli obiettivi e
dei contenuti del piano. In questo senso il Quadro Conoscitivo costituisce la forma in cui
vengono restituiti i capisaldi della lettura del territorio (le cosiddette invarianti strutturali),
nei suoi caratteri fisici, ambientali, storici, insediativi, infrastrutturali, culturali, sociali ed
economici, al fine di cogliere l'identità del territorio moranese. Quest’analisi assume un valore
di primaria importanza affinché le azioni di conservazione, tutela e trasformazione possano
partire dal riconoscimento, dalla salvaguardia e dalla ricostituzione delle relazioni che
intrinsecamente legano elementi e strutture con il paesaggio.
Nel definire le componenti strutturali del PSC il problema da affrontare non è più quindi
legato al misurare la capacità del territorio di sopportare le trasformazioni, ma, bensì, nel
riconoscere quali trasformazioni appartengono a quel territorio e con esso sono compatibili. I
valori riconosciuti dei luoghi, le risorse durevoli (e sostenibili) di un luogo, sono elementi su
cui sviluppare azioni di conservazione e tutela, ma anche di progettazione di nuove specificità
e nuovi valori: un modello di sviluppo caratterizzato da un uso continuativo, rinnovabile e
appropriato delle capacità del territorio.
Il PSC quindi fissati gli obiettivi da perseguire attraverso il governo del territorio,
individuate le invarianti strutturali del territorio, fissa il limite dello sviluppo comunale
compatibile con gli strumenti di pianificazione sovraordinata, i valori naturali, ambientali e
storico-culturali, i rischi del territorio, il sistema insediativo e infrastrutturale presente. Le
disposizioni del PSC infatti fanno capo ad una prospettiva di evoluzione insediativa non più
condizionata al rapporto tra domanda (espressa dalla popolazione insediata e da insediare)
ed, offerta (espressa dalle idoneizzazioni del territorio ad accogliere e “servire” detta
popolazione con urbanizzazioni primarie e secondarie, residenze, attività produttive, ecc.),
che vede pertanto il suo disegno condizionato da un prefissato e presunto termine attuativo,
ma con validità a tempo indeterminato.
Il dimensionamento delle aree trasformabili, in particolare per le zone residenziali, nel
piano strutturale contiene le “Aree destinate a trasformazione urbanistica”, svincolandosi
dall’operazione meccanica del dimensionamento; questo vuol dire che il territorio individuato
come trasformabile (una volta previsto l’incremento demografico atteso) sarà
ragionevolmente sovradimensionato, per tenere conto di una serie di aspetti e di esigenze
connaturate ai fenomeni di crescita e di trasformazione urbana. Tale esigenza deriva dalla
constatazione che non tutte le aree saranno edificate nell’arco temporale prescelto dal
momento che probabilmente non tutta la capacità edificatoria sarà utilizzata dai soggetti
privati in base alla loro soggettiva determinazione; ma anche per ragioni oggettive, quali
l’irregolarità della parcellizzazione fondiaria che potrebbe impedire il pieno sfruttamento
degli indici edilizi. Inoltre non è possibile prevedere che nei tessuti consolidati la capacità
insediativa sia attendibilmente saturata; è possibile inoltre ipotizzare che l’auspicabile
miglioramento delle condizioni di vita orienterà le scelte individuali verso minori densità
agglomerative. Infine è possibile ipotizzare che non tutte le attività produttive eventualmente
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