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Comune di Morano Calabro
1. INQUADRAMENTO GEOLOGICO DEL TERRITORIO COMUNALE
L’assetto geologico del territorio comunale si colloca nell’ambito di strutture tensionali quali
le fosse di Campotenese e del “bacino di Morano‐Castrovillari auct.” che rappresentano la
prima un’appendice del bacino del Lao e la seconda l’appendice settentrionale, o un sub‐
bacino, del principale bacino sedimentario del F. Crati” che, nel corso del Pliocene e del
Pleistocene inferiore, ha rappresentato una sorta di paleogolfo allungato in direzione
meridiana, posto tra la Catena Costiera Calabra e il Massiccio della Sila, e aperto verso oriente
sul Mar Jonio, in corrispondenza dell’attuale Piana di Sibari, tra Catena del Pollino e la Sila
Greca, assumendo nel complesso una conformazione ad “L” rovesciata.
Sia il bacino di CampoTenese che quello di il “bacino di Morano‐Castrovillari”, costituiscono
estese depressioni tettoniche e morfologiche che si allineano all’interno di una fascia larga
all’incirca 10 km, al margine e parallela al versante meridionale della Catena montuosa
carbonatica del Pollino, tali depressioni sono riempite da depositi continentali, in particolare
il bacino di Morano Calabro è un bacino quaternario intracatena con depositi sabbiosi e
conglomeratici del Pleistocene nonché da conoidi alluvionali costituite da brecce
eterogranulari di versante differenziate in relazione al periodo climatico di formazione.
L’assetto strutturale dell’area è dominato, poiché comprendono non solo faglie normali,
inverse e trascorrenti, ma anche pieghe e scaglie tettoniche.
L’assetto tettonico dell’area, caratterizzato da diverse zone di taglio che costruiscono
complessi sistemi di deformazione, è dominato della presenza della Catena Montuosa del
Pollino, un’estesa morfostruttura carbonatica allungata in direzione N120° che marca
fisiograficamente il confine calabro – lucano. Il territorio di Morano Calabro si trova sul
versante meridionale della catena carbonatica, bordato da una importante zona di taglio
definita “Linea o Faglia del Pollino auct.” Ancora attiva, come rilevato da recenti studi
paleosismologici, e caratterizzata da uno strain di 3.4 mm/a.
La formazione del substrato è costituita da una sequenza di piattaforma carbonatica (dolomie,
calcilutiti con intercalazioni di calcari oolitici, calcari a Rudiste, sviluppata con continuità da
Trias al cretaceo. Le facies sono neritiche durante la maggior parte del Mesozoico, con
testimonianze di estese fasi di emersione. cui fa seguito il deposito di calcareniti
infraeoceniche. Mancano certamente depositi supraeocenici per effetto di una lunga fase
erosiva. L’unità è estesa in affioramento dalla zona di Civita fino alla costra Tirrenica della
Lucania, sviluppandosi inoltre verso nord fino ai Monti Alburno‐Cervati. La parte affiorante
nell’area del Pollino, nei monti di Castelluccio e nel gruppo degli Alburno – Cervati
rappresenta il settore centrale della piattaforma laziale‐lucana. Le unità che costruiscono il
basamento o substrato roccioso sono:
“unità di Castrovillari‐Morano auct.”, rappresentata da calcari e dolomie Giurassico‐
Triassiche;
“unità di M. Pollino auct.”, rappresentata da una potente successione di calcari e dolomie
di età giurassico‐cretacea;
Relazione Quadro Conoscitivo Pagina QA2